Ha fatto scalpore la notizia dell’accordo siglato da Google e dal procuratore generale della Pennsylvania per chiudere un’inchiesta dei procuratori generali di 40 Stati statunitensi in merito alle pratiche aziendali sull’uso dei dati di localizzazione degli utenti, ritenute ingannevoli e scorrette.
Origini dell’inchiesta
Le contestazioni, che si sono concluse con un accordo, traggono origine da un’inchiesta del 2018 dell’Associated Press in cui si denunciava che Google LLC – la società del Delaware con sede in Mountain View California – avrebbe raccolto e utilizzato i dati di localizzazione degli utenti anche nel caso in cui questi stessi avessero disattivato la cronologia dei propri spostamenti. L’articolo dell’AP evidenziava come queste affermazioni erano confermate da alcuni studiosi e ricercatori universitari.
Transazione Google
A seguito della denuncia pubblica di AP, nel 2020, l’Attorney General della Pennsylvania, Josh Shapiro, insieme agli omologhi di altri 39 Stati USA, aveva promosso l’inchiesta, il cui accordo conclusivo prevede l’impegno di Google, senza ammissione di colpa o responsabilità, a pagare 391,5 milioni di dollari oltre a ulteriori 19,6 milioni, direttamente al procuratore generale della Pennsylvania. L’ammontare è stato commentato come il valore record per una transazione ad opera dei procuratori generali in materia di privacy ma, di fatto, appare di importanza relativa se la si confronta col fatturato annuo di Google generato dalla pubblicità, pari a 200 miliardi di dollari, che confluiscono nelle casse della casa madre Alphabet il cui valore di mercato è stimato in 1,2 trilioni di dollari.
Il documento trova applicazione nei riguardi di utenti persone fisiche con account Google, che risiedono negli Stati Uniti.
La sua data di efficacia è il 14 dicembre 2022 e le prescrizioni contenute nella cosiddetta “Assurance” dureranno per cinque anni.
Oggetto e caratteristiche dell’inchiesta
Per utilizzare alcuni prodotti e servizi offerti da Google, i consumatori devono fornire a Google informazioni personali. Google raccoglie i dati degli utenti attraverso le impostazioni dell’account Google, che si applicano ai dati raccolti da qualsiasi dispositivo che abbia effettuato l’accesso a un account Google. Le impostazioni dell’account includono la cronologia della posizione e le attività dell’utente su alcuni siti e applicazioni di Google. I dati raccolti dalla cronologia di posizione derivano dai segnali dei sensori di localizzazione presenti sul dispositivo dell’utente, come i sensori per i segnali GPS, delle torri cellulari, Wi-Fi e Bluetooth. Utilizzando questi segnali, Google è in grado di tracciare le informazioni precise sulla posizione di un utente, compreso l’esterno e l’interno degli edifici.
L’impostazione dell’account, se abilitata, salva automaticamente la posizione fisica di un utente o di un dispositivo e di un luogo nel mondo in un determinato momento sui server di Google, ottenuta attraverso l’uso della tecnologia di monitoraggio dei dati dei citati sensori e può presentare le stesse in un formato visivo visualizzato su una mappa.
Utilizzando queste informazioni, Google costruisce una mappa sequenziale di tutti i luoghi in cui l’utente è stato, quindi, collega i dati della cronologia dei luoghi con altri dati relativi all’utente per trarre inferenze sull’utente.
Inoltre, le informazioni sulla posizione dell’utente vengono registrate anche quando quest’ultimo interagisce con determinati prodotti Google come Google Search o Google Maps.
La cronologia sulla posizione e le informazioni sulla posizione ricavate dall’uso di app o prodotti di Google sono raccolte mediante impostazioni indipendenti.
La disabilitazione di un’impostazione non influisce sul fatto che le informazioni sulla localizzazione di un utente vengano raccolte e memorizzate in base all’altra impostazione. Quando un utente impedisce il tracciamento della posizione da parte di uno di questi servizi, Google è in grado di tracciare e monetizzare la posizione dell’utente attraverso l’altra impostazione, se abilitata.
Google utilizza i dati relativi alle informazioni sulla posizione dell’utente per trarre conclusioni sulle sue abitudini e interessi. Queste inferenze sono poi utilizzate tramite i servizi Google a pagamento, che consentono ai propri clienti di effettuare annunci pubblicitari personalizzati sui dispositivi degli utenti, in base alle attività svolte da questi ultimi sui servizi di Google, come Google Search o YouTube e su siti web e applicazioni che collaborano con Google.
Continua…